Una collezione di Farfalle di Luca Andriolo

Una collezione di Farfalle di Luca Andriolo

 

 

Una collezione di Farfalle

Sono un collezionista, disordinato ma metodico. Mi pare di dare un senso agli oggetti mettendoli insieme su uno scaffale: libri, dischi, animali impagliati comprati al mercato delle pulci, coltelli, vecchie cartoline. Una lapide per ogni ricordo, un ricordo per ogni lapide. È proprio così. Amo selezionare e catalogare. So che significa anche seppellire, ma non c’è altro modo. Amo ricordare il poco che ho vissuto, così mi dedico all’inventario dei miei giorni. Ho un album di fotografie: contiene una foto di quasi tutte le persone che ho conosciuto. Non sono fotografie molto belle. Non sono neanche persone molto belle. Non capiresti nulla di loro, dallo sguardo di quel momento. Questa ragazza bionda, si chiamava Rita. Ora sarà invecchiata, avrà perso quel sorriso. Peccato che sorridesse alla macchina fotografica e non a me. Peccato non avere una foto di noi due insieme. Questa è una foto delle vacanze. Quel giorno, se mi ricordo bene, aveva piovuto.

Conservo pure le lettere. Ho anche una lettera d’amore. Non l’ho mai spedita.

Un tempo tenevo un diario. Avevo poco da raccontare, così ci registravo le mie riflessioni. Erano riflessioni banali, e poi mi mancavano sempre le parole. Per non mentire, dovevo scrivere in modo così semplice che, rileggendo quello che avevo annotato, mi pareva scritto da un bambino. Alla fine ho smesso col diario. Ora, di tanto in tanto, lo rileggo. Da quello che ho scritto delle persone che ho frequentato, non le riconoscerei. Anche la mia idea di loro è nel frattempo cambiata.

E poi ho la mia collezione di farfalle. Il fatto che debbano essere morte, per essere appuntate con lo spillo, mi ha sempre colpito molto. Una collezione di farfalle è come un cimitero. Non puoi possederle se non da morte. Nella mia collezione, però, non c’è neanche una farfalla. Nella bacheca vuota colleziono le farfalle che non ho mai catturato.

 

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