Opera Commons:  Marabou / Irene Servillo 28/04/2017

Opera Commons: Marabou / Irene Servillo 28/04/2017

Opera Commons presenta:

 

Live concert – Marabou, h 22.00
Area Visual – Esposizione di Irene Servillo, h 21.00
Food & Drink, h 21.00

Venerdì 28 Aprile 2017

Il progetto Marabou (Marabou”MP”) nasce dall’idea di Giovanni Spina.
Trasferitosi a Milano, matura la propria esperienza artistica nell’intento di riadattare la propria musica in un progetto one man band dai suoni generati da sintetizzatori e percussioni digitali. Durante il percorso live il progetto cambia sede, e fa base a Roma. Ritiene opportuna la presenza di un percussionista e dopo molti tentativi riesce a trovare Valerio Giannetto, vecchio compagno di band. Da qui il progetto affronta varie realtà sul palco, tra nord e sud italia.
L’11 Ottobre 2016 viene pubblicato “The End Of The Rainbow” primo LP del progetto Marabou.

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Irene Servillo (Irene Servillo illustrator) è una giovane illustratrice napoletana. Sin da bambina sviluppa una passione per il disegno che la porterà a intraprendere, qualche anno più tardi, gli studi in comunicazione visiva e illustrazione. Dal 2010 vive a Napoli dove lavora come freelance.

Sarà inoltre possibile trovare il nuovo numero di OC Press (http://www.associazioneuber.com/oc-press/), tema del numero “Il Grand Guignol“.

Cena a cura di Marino – È gradita la prenotazione al seguente numero di tel: 3475309101.

Menù del giorno
Antipasto: Sformatini di carciofi.
Primo: Orecchiette con verdurine di stagione e speck.
Secondo: Polpettine di carne con patate al forno / Alternativa vegetariana: Patate ripiene
Dolce: Spuma di mascarpone con scorzette di agrumi.

Powered by Associazione Uber (http://www.associazioneuber.com/)
In collaborazione con Rivoluzione Culturale, Reverb Booking, Radio Lab, OC Press (http://www.associazioneuber.com/oc-press/).

Dove:
Opera Commons / Opera Commons/uber
Via Pauloti 62, Aci Bonaccorsi (Ct)
> Mappa>>> https://goo.gl/OxWGEK

Orari:
Food & Drink / Exibition h 21.00
Live Concert h 22.00

Opera Commons è un progetto sviluppato dall’associazione Uber e prevede il recupero e il riuso per fini socio-culturali di un immobile settecentesco e del giardino-frutteto di riferimento siti in via Pauloti 62. Opera Commons è anche la rassegna musicale, parte del progetto più ampio, che prende avvio a novembre del 2014, plasmata nel tempo, dalla collaborazione di artisti e addetti ai lavori, stabili e variamente intervenienti nelle diverse edizioni.
http://www.associazioneuber.com/eventi/opera-commons/

L’associazione Uber nasce con l’obiettivo di fare incontrare l’intervento psico-sociale con il mondo delle arti e della formazione. In quest’ottica si occupa di progettazione, dello sviluppo e del coordinamento di programmi, servizi specifici, organizzazione di eventi, corsi, workshop.

Info:
www.associazioneuber.com
uberassociazione@gmail.com

+39 347 9166188

Irene Servillo


 

Marabou

 

 

OC Press

 

Da OC Press – Aprile 2017

‘Il Grand Guignol è il teatro parigino a cui il nuovo numero di OC Press dedica la sua ispirazione. La grande marionetta raffigurava un operaio di Lione in lotta contro il potere politico francese. Mistero, macabro, paranormale, violenza, sono gli elementi che hanno animato le scritture, gli spettacoli, le grafiche, la partecipazione alla vita, divenuta celebre, dell’ex cappella di un monastero abbandonato, entro cui angeli scolpiti ricordavano salvezze tradite da basse perversioni umane. Padre del teatro fu Oscar Metinier, il quale rimise in sesto la struttura per rappresentarvi i propri lavori che attingevano probabilmente in parte, a quell’orrore cui il suo ruolo di secondino in carcere, lo metteva in contatto, occupandosi nello specifico di condannati a morte…’ – Tiziana Nicolosi

‘Mi chiamo Guignol e sono più di tre secoli che ho una faccia di culo. Dicono che questo sorriso da ebete sia nato nel Settecento per colpa di un certo Laurent Mourget, io personalmente mi sono visto nascere in Cina ai tempi di Ai Weiwei. Il sorriso da ebete è l’unica espressione che mi hanno concesso, ma comunque è più onesto del selfie che hai appena postato. Io sembro un kouros che in effetti non gliene ne sbatte niente di niente, tu che ridi si vede che hai pianto…’ – Barbara Di Stefano

‘La provocazione è sempre stata l’arma preferita dai Dead Kennedy’s. La band capitanata da Jello Biafra, al secolo Eric Boucher, ha scelto un linguaggio velenoso e poco disciplinato, un linguaggio che servisse a colpire il potere ma che alcune volte è stato vittima di fraintendimenti, come nel caso di “California Uber Alles”, che divenne una canzone manifesto dei giovani nazisti statunitensi, in realtà la canzone era un’invettiva lanciata contro il governatore della California di allora: Jerry Brown…’ – Enrico Lanza

‘Tempo fa, per comodità e curiosità, mi sono iscritto a un gruppo dedicato all’horror estremo su un social network. Era più un modo per rimanere aggiornato sui titoli e per rintracciare pellicole weird e underground che per discorrere di cinema, ovviamente. Ora, siccome il gruppo tratta anche di quelle pellicole note come shockumentary, un giorno un incauto ed entusiasta frequentatore ha postato un filmato che – grazie alle strane impostazioni del social network in questione – è partito da solo sul mio schermo mentre parlavo del Premio Tenco con un amico musicista (per me l’orrore è sentire tutte quelle vocali aperte, con buona pace di Conrad, Coppola e Brando)…’ – Luca Andriolo

‘Inutile porre troppi riferimenti storici al Grand Guignol, teatro parigino divenuto noto per le rappresentazioni crude e macabre tra la fine dell’ottocento e gli anni ’60 del novecento. Il teatro divenne nel giro di poco tempo, conosciuto in tutta la capitale, facendo il tutto esaurito praticamente a ogni rappresentazione (complice la limitata capienza del teatro; soli 300 posti a sedere)…’ – Raffaele Auteri

‘Schizza. Forte, il suono a spaccare i timpani. Tutto vibra. Tutto è irrequieto. Non controlli più nulla. La luce si adombra, oscura. Quello spazio enorme che ho innanzi la vista e dietro la schiena, si panifica, diviene macabro. Rumori…’ – Salvatore Massimo Fazio  

 

 

Fotografie di Carmelo Tempio

  

 

DocVideo di Riccardo Napoli